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Le persone difficili
Per tutti quei ragazzi che tra qualche giorno inizieranno scuola senza sapere neanche se varrà la spesa del biglietto del tram; per tutti quelli che “Tolkien di qui, Tolkien di là, Rings of Lord, Lo Hobbit….” e poi non sanno mettere insieme tre parole – soggetto, predicato, complemento – per narrare alcunché; per tutti quelli morti di tristezza, imprigionati apparentemente senza speranza in un “lavoro” da schiavi; per tutti quelli che “… sei solo un radical chic” ma non sanno neanche chi fosse Tom Wolfe; per tutti quelli che “…hai ragione, però sei proprio stronzo, un vero rompicoglioni!…”; per tutti ì 40-50-60-70enni persi nello schermo di uno smartphone, diluiti nei…
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I fotóni di Dio
La tempesta (italice grandine) è di quelle cose che appartengono per sempre a Montale. Infuria sale o grandine? Fa strage – di campanule, svelle la cedrina . – Un rintocco subacqueo s’avvicina… È tutto perfetto, ma è troppo bello per il nostro paese. Era sale secco, e solfo. Si sentiva il carattere litigioso di Dio, i suoi fotóni ciechi, e la strapotenza dei grandi carri che faceva disporre tutt’intorno all’orlo sopra il paese, e ordinava di rovesciarli all’ingiù alzando le stanghe. Le carrettate di sale si sventagliavano in aria, picchiavano di striscio sui tetti e sui cortili. Si vedevano le sbadilate supplementari che ci colpivano a spruzzo passando come ventate;…
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La trappola del “merito”
Quando una distorta concezione di “meritocrazia” contribuisce a costruire una scuola escludente e discriminante. Se Obama ci dice che «you can make it if you try» (se ci provi ce la puoi fare) e poi non ce la fai, vorrà dire che, in fondo, non ci ha provato abbastanza, non ti sei impegnato a sufficienza e, allora, la colpa del fallimento non potrà che essere solamente tua. Non hai studiato abbastanza, non te lo sei meritato quel posto, non eri adatto. Cosa pretendi da noi?
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Sei pronto a incontrare il Creatore?
La settimana scorsa ho letto un articolo sull’”Asbury Press” che ancora mi pizzica come un’ortica. Da un certo punto di vista era il classico articolo che leggiamo ogni mattina, sentendoci profondamente, se non ampiamente, turbati: raggeliamo, fissiamo lo sguardo al cielo per un lungo attimo, finché l’occhio non si sposta su altri argomenti – compleanni di vip, trafiletti sportivi, necrologi, nuove offerte immobiliari – che ci attirano verso altri pensieri, e a metà mattina ce ne siamo già scordati. Ma sotto il titolo striminzito La morte infermiera, l’articolo raccontava dettagliatamente una giornata altrimenti normale al Dipartimento di Infermieristica del San Ysidro State Teachers College (campus di Paloma Playa), nel Sud…
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Claudia, Elena, Cefalù
Un matrimonio si festeggia, non si commenta “Ci auguriamo che tutto ciò possa servire a far vedere semplicemente la forza dell’amore” Nei secoli fedeli
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Gli infiniti lati di un poligono
Un proiettile di gomma, se sparato da un tubo metallico all’estremità di un M-16, lascia la canna del fucile a una velocità superiore a centosessanta chilometri l’ora. […] Il proiettile che uccise Abir aveva attraversato l’aria per quindici metri prima di colpirla dietro alla testa, frantumandole le ossa del cranio come quelle di un minuscolo ortolano [uccello della famiglia degli Emberizidi n.d.r.]. Era andata in drogheria a comprare delle caramelle. […] Immagina: ti trovi ad Anata, sul sedile posteriore di un taxi. Una ragazzina fra le braccia. Le hanno appena sparato un proiettile di gomma dietro la testa. State andando all’ospedale. Il taxi è imbottigliato nel traffico. La strada attraverso…
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La Grande Sostituzione
Dal “Piano Kalergi” a Renaud Camus. Elia Rosati, storico contemporaneo, collaboratore della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano, indaga una storia che parte da lontano: Le grand remplacement.
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Natale
Un bacio, un’erotica dell’incarnazione, il corpo. Auguro, pertanto a tutti un Natale (quotidiano, non solo il 25 dicembre!) inedito ed erotico, caratterizzato da quella tensione che ci spinge a uscire da noi stessi per andare verso l’altro e l’Altro, come avvenne in una culla a Betlemme. Gaia De Vecchi
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Dio a Cambridge
Dio è arrivato, l’ho incontrato sul treno delle cinque e un quarto. John Maynard Keynes, 18 gennaio 1929
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In Africa è un’altra cosa?
Un’accusa ingiusta e strumentale?